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L'ENIGMA PER ANTONOMASIA
Disse Socrate: “i libri maestosamente tacciono”, girano il mondo alla mercé del lettore.

Ogni messaggio è un enigma che cerca l'intertestualità produttiva e polifonica.
Chi impone la propria è il più beffardo, aggressivo o anche logico, ma non necessariamente il più ragionevole.

I libri sono intessuti di non-detto (Eco, 2010)
Non permettere all'avversario di divagare, ma di agire sull'emotività, i desideri e la volontà, di impressionarlo con sproloqui per ottenere la sua ammirazione e indurlo a difendersi con esempi che non si prestano, fino ad arrivare direttamente ad attaccare l'antagonista in maniera oltraggiosa e grossolana, qualora non si riuscisse a dimostrare la validità della propria opinione e la propria interpretazione del senso.
L'autore vuole far “vincere” e non “perdere” il proprio avversario dialettico, il lettore, per accattivarsene la simpatia. Nel tentativo di fornirgli gli strumenti per soddisfare le sue “condizioni di felicità”, d'altronde, tende ad istituire le competenze di chi lo legge indicandogli “mondi” possibili.

Vige il principio di modularità. Lo sviluppo di quello che si riteneva un racconto a labirinto unicorsale, si è scoperto essere cilomatico e ipertestuale, con riferimenti e rimandi che permettono letture diverse rispettivamente anche parodistitiche
