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L'ALFABETO DEI SOCIAL NETWORK

LA STRATEGIA DELLA RETE

Un nuovo progetto grass-root di conquista del potere tramite le strade, i claim autoprodotti, il movimento freak delle cooperative e delle ONG, i mercati popolari, i bio-rave, i flash mobs, i centri sociali o gli squat, la tendenza a creare comunità nei condomini tramite la cena dei vicini, l'angolo elettrodomestici comuni o i piani dedicati all'antistress e alla socializzazione tra colleghi, sta dilagando cercando di restituire la coscienza dell'identità democratica del potere di scegliere e del potere personale di poter cambiare tramite le scelte del proprio gruppo.

Da qualche anno il tutto si sta riversando sul web dove innumerevoli piattaforme permettono di creare, mixare, filmare, esprimere e comunicare le proprie idee. 

Se si pensa che nel nuovo circuito per esempio si può parlare liberamente di argomenti semiclandestini come la marijuana, si è portati ad immedesimarsi volentieri nel claim generale, mettendolo alla prova con la propria esperienza. Si tratta di materia di vento che sfida la fiducia empaticamente. E' energia di speranza generale che concretizza la promessa di vita del progresso, elaborando strategie di persuasione a misura di natura. Laddove l'uomo al culmine dello sfoggio della propria intelligenza, accetta di mettersi in gioco identificandosi in avatar virtuali capaci di creare emozioni.

Oramai non si tratta più di aspettare ordini dall'alto, ma di prendere l'iniziativa per non ridurre la vita a un finto cammino lastricato. Un canto di vita che reclama la natura dagli underground delle metropoli sprigionando il proprio istinto di libertà.  

In controluce, però, si intravedono le ombre del deep web, il tubo di scarico della malavita, del fascismo, del bullismo e delle organizzazioni governative che gestiscono con violenza. Farsi un nome in Internet comporta non pochi ostacoli. Per questo occorre alfabetizzarsi e comporre il proprio testo con attenzione. Ma anche questo sviluppo del linguaggio si fa al ritmo della natura, con calma e pure con il tempo. Dalla semina segue il raccolto soprattutto in funzione del rispetto, come sulla strada e nelle compagnie di amici. 

In generale, comunque, le nuove app quando hanno successo dimostrano di essere come totem di riferimento per nuove forme di tribù metropolitane... tutti vogliono partecipare alla riunione, al gioco, nonché al rito. Modelli di fusion creativi, oltre che conclaims globali, stanno permettendo di creare forme di potere alternative a quelle istituzionali, come reaclaim di democrazia, impostando i canali su tracce più disponibili alla libertà di espressione e alla promozione della propria cultura sociale, che spesso, ma non sempre, è innocua e merita di emergere. Il confronto è comunque possibile su una vetrina tale da costituire scena comune, in modo tale da liberare la possibilità di scelta in maniera esponenziale rispetto  al passato.

Lo sviluppo dei social network agli albori del nuovo millennio ha comportato l'inedita creazione di comunità transnazionali e trasversali riunite attorno a significati particolari e coinvolte sulla base della fiducia e della condivisione delle scelte.

L'individuo che utilizza i network tecnologici presenta identità frammentate in frattali selezionati per accattivare l'attenzione e conquistare l'utenza, ma dimostra di aver interiorizzato e elaborato i linguaggi della comunicazione sociale e del broadcasting e di saper gestire la propria rappresentazione in rete applicando strategie di propaganda e affrontando i rischi legati all'immaterialità e alla rapida obsolescenza tipici del media elettronico.

La frequenza connessa al web comporta la riflessione metalinguistica e metacomunicativa ma anche una processualità comportamentale che riguarda l'opinione pubblica e “l'agire sociale orientato politicamente” (Weber, 1922).

L'avvento dei social network ha effettivamente prodotto uno spazio alternativo per l'incontro e lo scambio di opinioni, informazioni e prodotti utili alla conferma e all'emancipazione delle norme. L'interfaccia elettronica offre la possibilità di integrare il tessuto sociale con elementi prodotti dal discorso comunitario e privatizzato e ha spostato il focus dell'attenzione dell'agenda setting dalla dimensione verticalizzante di tipo top-down, la quale aveva ridotto l'utenza ad essere per lo più passiva nei confronti degli stimoli proposti dall'alto, a una diffusa presa di posizione di tipo bottom-up, che interagisce con le procedure del potere in maniera più critica e costruttiva.

Il risultato è consistente nell'affermarsi della cosiddetta “cultura convergente” (Jenkins. ) in cui il pubblico si eleva dallo stato di mero consumatore e si rivela capace di creare a sua volta messaggi, realizzandosi come prosumer (produttore e consumatore) nell'ottica grassroot di elaborazione creativa.

La condivisione e la collaborazione stanno indirizzando nel senso del superamento della proprietà privata, in una situazione in cui ciò che conta non è più il possesso ma la connessione.

Lo spazio virtuale comporta d'altronde il rischio di presenze immateriali e identità fittizie, nonché l'accumulo ridondante di dati disseminati e disorganizzati, la qual cosa denota la necessità di nuove figure disintermedianti e elementi di ricerca anche tecnologici in grado di gestire il traffico potenzialmente illimitato di informazioni, per cui si pone il problema di interfacciare la libertà espressiva con il formalismo tecnologico e di equilibrare l'accesso alle banche dati con il diritto alla privacy.

Le potenzialità del mezzo sono in continuo sviluppo e permettono un linguaggio multimediale volto a un progresso sempre più sinestetico e immersivo che si realizza nell'intreccio di interazione relazionale interpersonale e interattività espressiva tra codici diversi.

Le comunità virtuali si stanno sviluppando in forme democratiche e alternative rispetto alle istituzioni formali, spesso non sono gerarchizzate e tendono a realizzare il proprio potenziale in attività di consumerismo e creatività che spesso esulano dall'ambito politico tradizionale. I professionisti della politica, dal canto loro, pur dimostrando un tiepido entusiasmo nei confronti della possibilità di avere un contatto più diretto e interattivo con la popolazione, per lo più non dimostrano particolare padronanza del mezzo, né stimolano la discussione all'interno delle comunità che ne fanno uso. La grande affluenza popolare valorizzante, nonostante questo, la rete, sembrerebbe spingere di conseguenza verso la possibilità dell'avverarsi dell'e-democracy transnazionale e indipendente, la quale incorre però nei rischi di tecnocrazia, di banalizzazione semantica legata all'uso informale del mezzo e di ingerenza da parte delle multinazionali proprietarie dei maggiori marchi.

Attualmente la rete è organizzata in diffuse sperimentazioni che riversano in antagonismo boicottante che tenta di emanciparsi con forme diverse di espressione legate alla quotidianità

I SNs sono comunque un'invenzione recente e in via di assestamento, l'attuale generazione di “nativi digitali” è la prima e potrebbe portare a sviluppi inediti e sorprendenti nell'elaborazione di nuovi percorsi di senso capaci di spostare il focus dell'agenda policy in dimensioni radicalmente diverse da quelle della politica del passato.

Si tratta comunque di un work in progress in via di definizione e il mio lavoro vuole essere un excursus sulla letteratura contemporanea che, per quanto esaustivo, non può esaurire le possibilità di interpretazione delle novità che ogni giorno si affacciano sulla scena e propongono realizzazioni e stimoli nuovi per lo sviluppo della comprensione dell'argomento.

Nel primo capitolo analizzo il passaggio dalla televisione generalista al web 2.0, come reazione al sempre più diffuso senso di inefficienza prodotto dal conflitto tra politici e giornalisti.

Nel secondo individuo il formarsi di comunità virtuali e cerchie di consumerismo critico, nell'equilibrio tra libertà creativa e bisogno di nuova intermediazione.

Il terzo capitolo è dedicato allo smascheramento del “protagonista immateriale”, l'avatar, la proiezione virtuale che ci rappresenta in rete.

L'attivismo connesso, l'ipotesi di e-democracy, la creatività interattiva e multimediale e lo storytelling condiviso sono gli argomenti del quarto capitolo.

I giovani e la loro gestione dello spazio mediale per la produzione di nuove idee che possono problematizzare l'intero sistema, aprono gli orizzonti di futuri scenari di ri-sensorializzazione della comunicazione alla possibilità di una trasformazione radicale del senso di cultura mediale e sono l'argomento del quinto e ultimo capitolo, nel quale pongo le basi per i prossimi sviluppi dello studio delle connessioni interattive tramite i SNs.

 

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