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fumo libero

  • Immagine del redattore: foglia grafica ventodistrada
    foglia grafica ventodistrada
  • 24 mag 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

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ho trovato la marijuana legale in un negozio di via San Secondo durante il Coronavirus. la strada era semideserta e localino a una sala saletta minima era aperto... nonostante tutto. calmo. caldo. sono entrata proprio per cercare qualcuno, la sensazione firikkettona di peace&love. per uscire per un momento dall'anonimo panico che girava per le strade e per comunicare con qualcuno, al di là delle maschere.... allora non l'avevo ancora, e giravo co una sciarpa sulla bocca. silenziosamente. come gli altri.

non andavo in piazza da tempo. da quando la quarantena aveva chiuso le porte e si respirava disinfettante tutto il giorno. nell'immobilità generale si è mosso qualcosa di fondamentale. non è male il fumo senza il THC, non ne patisce. per quel che mi interessa... volevo qualcosa per profumare le sigarette. pacificamente. niente di troppo strano.

intanto che l'uomo moderno ancora agonizzava nel rapporto qualità prezzo stonato della clandestinità, come separato. gli mancava la sfida. non si sentiva, in effetti.

sono passati dei giorni, la pandemia si sta ridimensionando, ma c'è qualcosa che non è cambiato. il negoziato è tornato invisibile come è sempre stato in passato, prima del disastro, prima che il mondo si vomitasse addosso. come nei mesi precedenti, quando gli passavo davanti per andare al supermercato e non vi badavo.

un apparente vizio di forma che vuol dire tante cose. ormai non sento la mancanza dello spacciatore assente, qualunquista e sfuggente. ma tu uomo continui ad espettare esasperato una moda che non ha ancora chiamato. perché?

certamente a qualcuno farebbe piacere che non fosse censurato il nuovo prodotto. rompere gli schemi di un parossismo grottesco che si fa di segreto apparente e sfortuna evidente sarebbe molto rilassante, ma c'è la questione dello stile di vita dilagante, darkoide e diffidente. l'abitudine a scrollarsi a vicenda in modo pesante. con tanto di promiscuità sessuale che sviluppa vestiti colorati e sballati o neri e dimessi, come fessi. c'è l'insistenza vittimista del viziato in pista. pochi fumano, molti rimpiangono una libertà che c'è, ma che non vedono. alcuni sperequano, speculano o proprio si spingono fino alla droga vera e propria, con tanto di eccessi e ritirate verso i cessi. è un giro perverso e diverso che si muove in modo perso assai abbacinante, deludendo in maniera costante. il fumo legale intanto è risucchiato in un'indifferenza mista ad oblio che lo avvicina ai ritmi psicotropi delle sostanze famose. che spesso attirano modaioli che non fanno uso.

l'altra faccia della medaglia, la spezia in vendita, frizzanti e piacevole, è sottovalutata come se non c'entrasse niente, sostanzialmente perché è vista come un palliativo, per lo più. qualcosa che non eccita a livelli pericolosi e toglie divertimento alla scena. ma il fumo non è violento normalmente. non costituisce un problema. piuttosto l'organizzazione antagonista, nel faziosissimo che scende in pista, porta ulteriori malizie e situazioni assurde, assorte e qualunquiste che si fanno di anarchia relativa, storie di sesso alla deriva e spiacevoli equivoci.

è una funzione che avvelena il gusto, un effetto che trasforma la traccia biokannella in una caramella plastificata segnata dal distacco. un solipsismo, un dramma al volo provocatorio. il buono del cerchio magico, il senso letargico di individualismo invece che la base del sindacalismo.

d'altronde... la corrente intellettuale e pacifista si disinteressa della cosa in balìa dello stress.

soprattutto per quel che riguarda il rapporto di coppia, la serialità a cassetta sviluppa problemi rispetto al senso populista rapportato con la distribuzione del messaggio sul territorio. cozze, gergali passaggi moda e altri impegni... tutto sembra distrarre. come al lavoro la gente tende a sostenersi autonomamente e sulla strada non pullula di occasioni di condivisione. il fumo non ha migliorato le cose. non c'è la nuvola dialogica. piuttosto la trovi su internet. ma grande è la superstizione, per cui alle volte sembra di aver ingurgitato un microchip.

la questione etica è introversa paradossalmente più che non altri ambienti. il rispetto dei diritti umani è fondamentale secondo le basi sociali del target di riferimento. ma non è definito dallo sviluppo. molti vivono di bugie e si astengono dal fumare per paura di drogarsi, mentre altri si sfondano di roba sproporzionata sul piano degli stupefacenti solo per sfidare la sorte con la spericolatezza. come quelli con il macchinine o che si ispirano al pallone. spesso le coppie non si dichiarano, vivono nell'ambiguità di una confidenza animale, senza la consapevolezza del confronto tramite la narrazione, e nell'ostinazione di scelte di stile sospirate tra il segreto e l'ostentazione. ma c'è qualcuno a cui piace capire, che ci tiene a spiegare. c'è che non si tratta di riciclare il rifiuto. è una questione di rispetto che si muove tra l'ammirazione e il sospetto. ma soprattutto non accetta la fine della mandragola sotto il letto.

quando parla dello scrollare dice che è un po' troppo sbrigativo, rischia di essere repressivo e alle volte portano delle testimonianze che dimostrano una sfida che cerca l'equilibrio nell'indipendenza. si vanno ad integrare.

alle volte però non vogliono ammettere, non ci stanno a fare i concerti, non vogliono risolvere in modi aperto. sensibilmente nonostante l'assuefazione a indifferenza. in casi del genere la personalità ha un'interazione estetica con gli altri. ma a noi frikkettoni stanca, non basta. la verità è che riponiamo l'equilibrio nella dignità della libertà solidale, che non nega la capacità culturale dell'essere umano di esprimere,. un livello più civile dove la gente si articola per partecipare, mentre nel limbo del paradosso particolare, ognuno è considerato un fenomeno,una realtà che non aiuta ad elaborare il vissuto in maniera dedicata, ma svarione tra occasioni e d espedienti segreti.

anche a livello di coppia, dove l'intimità è nascosta e rivelata scansionando in funzione del successo personale, invece che condivisa a sfumature romantiche.

il fiore di loto, ARIOM, è simbolo. nella casualità dell'antagonismo è a rischio.

la gente si prende in giro...

dimentica...

e tu, uomo, non hai i soldi per lo scontrino, sei ossessionato dal rigore. la società si esalta per il tuo spermatozoo, come se fosse un tesoro da mostrare allo zoo. mentre trascura i tuoi occhi ed il tuo stile. solo per essere concorrenziale.

sono andata a comprare la marijuana legale e ho sentito la minaccia di un raro compromesso. l'isolamento. sono andata e ho notato che non c'è la musica. ma gli esprimenti per far soldi come al negozio di elettrodomestici lì vicino. vendono biglietti, ma non ci si cerca come amici.

sinceramente preferisco la tranquillità di un commercio onesto. il divieto mi è sempre stato indigesto. anche al mercato nero la gente non si prende da parte per fare confidenze. i volti cambiano, c'è anche meno controllo. non mi è mai piaciuto particolarmente dover passare al vaglio di conte nominali o timbri, ma mi sono divertita anche con le foto per i documenti. mentre non mi riconosco con chi sparisce prima di conquistare. la sfumatura che intercorre tra gli estremi è una verità molto frequentata dove la gente interagisce con l'interiorizzazione e il rapporto estetico con la tutela degli organi assistenziali. per cui sono d'accordo a stare nell'ambito dal permesso dello stato. senza binari precostituiti, meno ancora che nei casi in cui occorre assumere un atteggiamento complice. non mi è mai piaciuto affrontare il freddo dell'anomia, preferisco l'atmosfera esuberante del coraggio. per questo sto cercando l'uomo per trasmettere, lo chiamo per raccontare apertamente, per condividere. sono stufa dell'alienazione della solitudine. baccaglio qualcuno per chiamarlo ad uscire dallo sbando dello spavento triste dell'incomprensione. mi piace chi è sensibile all'entusiasmo e reagisce valorizzando, al di là del muro freddo dell'indifferenza. il sesso è una conseguenza. sento che c'è bisogno di emancipazione, di rappresaglia contro la riservatezza che cela l'ingiustizia.

ho comprato la marijuana legale, come un voto deciso di supporto per l'antimafia. sperando. muovendo, confidando. attenta alla provocazione, a livello di interpretazione. richiamando l'attenzione, sulla strada come nella stabilità, anche nel rapporto con gli latri. a favore del sentimento, della creatività e dall'amore in libertà. nel rispetto della primavera, dei suoi colori, delle sue luci, vento e sapori. per la democrazia dell'armonia. contrastando la monotonia. per fare giustizia, vivere, ridere e fare poesia. per darti speranza, uomo, per lasciarmi conquistare dal tuo senso di buono. a presto...


 
 
 

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