Mistero stufo
- foglia grafica ventodistrada

- 12 set 2020
- Tempo di lettura: 4 min
La favola bella dell'amore di una stella della speranza e del suo innamorato prigioniero. Erano nel mistero. Lei era sola, perché non voleva sembrare un maialino salvadanaio. Lui invece era nascosto dall'ombra ed era costretto a farsi spompare pur di sibillini gocci scrollati che non riusciva ad amare nessuno. Perché non c'era amore.
Allora gli scienziati scrissero un libro su cui era tutto spiegato. dei semi, che erano andati a trovare la luna. e poi di quello che era successo. Di come lei era diventata mamma.
Ma l'avevano spiegato con il linguaggio della verità, avevano rivelato l'identità di un mistero profondo, candido e vecchio come il mondo. Avevano spiegato il momento mimetico della fecondazione, senza passare per il sibilo falso della televisione. Avevano fatto un passo avanti epocale, senza sbarcare su un pianeta trascendentale. Erano riusciti a vedere, erano stati attenti, avevano osservato. Invece che fare i sonnambuli, si erano lasciati affascinare dalla realtà.
Per una volta anche i due innamorati sentirono un po' di poesia, invece che il viscido superstizioso grezzo astruso.... quell'astrazione ignorante, un po' violenta e un po' in abuso.
Quella volta no, la storia fu un po' meno sconclusionata.
Ma poi proseguirono come invisibili, nella tristezza trasognata.
Lui era molto squallido, laido. Non lo faceva apposta e giocava a credersi uno dei tanti, un po' come una supposta.
Lei era presa in giro da tutti, per motivi futili od importanti, belli o brutti, ma comunque crudelmente, in troppe occasioni anche paurosamente.
La scienza invece non era altrettanto cinica, ripida e forsennata. Invece che la fase sbilenca di una storia sconclusionata, l'indicativo intenso e franco del rispetto. Qualcosa di meno ottuso, inutilmente pungente, non la solita vergogna a letto.
La proporzione obiettiva della scoperta fece il giro del mondo, non era solo una verza o un verso di notte strappata al silenzio. Qualcosa di più...
Luce, non solo punto di riferimento. Al di là del puntiglio, la passione per l'evento. Era ricerca.
Era rispetto.
Per un po' i due furono sereni, qualcosa di equilibrato. poi fu di nuovo il solito stupido dramma ignorante e avaramente continuato. Ma nel frattempo ebbero la possibilità di respirare. Fu molto bello per entrambi, anche se non ne poterono parlare.
Lascia sapere... non censurare. La vita è bella, il coraggio non manca. E' meglio conquistare che muoversi in massa senza capire. Anche se non tutti sono d'accordo.
Passò del tempo. E la musica cambiò. Ma fu comunque molto bello quello che si segnò.
Era il caso eventuale che aveva dimostrato se stesso. Semplice dato di fatto che succedeva tutti i giorni milioni di volte. Ma non solo nell'inconsapevolezza.
Ai due sarebbe piaciuto vivere romanticamente. Ma avevano molti nemici e nessuno li considerava realmente.
Quando lui andava a dormire era sempre disgustosamente prigioniero di qualche squallida arpia scarenzona, che pensava sempre a quello, credeva di sapere, ma in realtà non ne aveva neanche idea. Lei, invece, era bersagliata da sonar intensi che avrebbero dovuto smuoverla, qualcuno voleva cambiarle la personalità.
Di coinvolgimento, di riporto... non ne sapevano niente, perché i mafiosi che avevano organizzato le trappole e intrecciavano le allusioni violente telepaticamente, non sapevano contenersi, non avendo capito. Qualche ruffiano si stupiva per loro, e loro si nascondevano tra le nuvole nere dell'egoismo altrui. Per colpire stroncando la vita agli altri.
Qualcuno ogni tanto ne succhiava il veleno. E loro proseguivano senza ritegno. Come in sospeso tra l'illusione e la demenza, senza attitudine per la consapevolezza, né occhio per la concorrenza. Davvero stupidi.
Ma per fortuna qualcun altro, indipendentemente e anche a prescindere, ragionava.
Quei signori avevano voluto sindacare. Indicativamente la curiosità aveva condotto... Alla fine qualcosa era stato dedotto. Nonostante la noiosaggine. Nonostante il silenzio.
Di sicuro non si può lo stesso vuotare il mare con un cucchiaio. Per cui, intanto che la cultura proseguiva il suo corso, nulla cambiò nella vita dei tipi. Ma furono molto contenti di sapere...
Quando Izumo incontra Juno nasce la vita.
È l’«attrazione fatale» tra due proteine che permette a uovo e spermatozoo di riconoscersi e fondersi, generando un embrione.
Una delle due, Izumo, era già nota (fu scoperta sulla superficie degli spermatozoi nel 2005 da un team giapponese, che la battezzò con il nome di un santuario dedicato alla divinità dei matrimoni), mentre l’altra, la sua compagna, è rimasta per anni un mistero.
A svelare il rebus sono gli scienziati britannici del Wellcome Trust Sanger Institute, che hanno individuato e dato un nome alla «dolce metà» di Izumo: una proteina esposta sulla cellula uovo, chiamata Juno (proteina Giunone) in onore della dea della fertilità nell’antica Roma.
La scoperta è pubblicata su Nature,
Le due proteine sono presenti sulla superficie di tutti gli spermatozoi e gli ovuli, e per dare origine a una nuova vita al momento del concepimento si devono necessariamente accoppiare. Senza questa interazione essenziale, nulla accadrebbe». Una volta che lo spermatozoo l’ha fertilizzata, per 40 minuti sulla sua superficie la proteina Giunone diventa invisibile, così da respingere le «avances» di altri spermatozoi. In questo modo, madre natura evita che uno stesso uovo possa essere fecondato da più spermatozoi dando origine a un’«entità » che avrebbe troppi cromosomi per sopravvivere.


































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