IL CASO SPOTLIGHT
- foglia grafica ventodistrada

- 24 feb 2016
- Tempo di lettura: 2 min

L'arte dell'informazione rappresentata dall'arte sull'informazione. In tempi di social network bottom up e reality che mettono in vetrina la privacy, l'infotainment è l'altra faccia della medaglia. Perché il cinema non è solo starlettes ed effetti speciali, ma anche produzione culturale.
Il caso Spotlight racconta lo storia di un team giornalistico che lavora per il Golden Globe di Boston e segue le tracce di un prete che ha circuito dei bambini per farne degli oggetti sessuali. L'indagine porta a risultati sorprendenti, emerge una catena di abusi che svelano un "sistema". Fino a scoprire il risvolto omertoso della chiesa cattolica che pare naufragare nel lassismo di un'apparenza priva di significato. Ecco perché l'inchiesta deve necessariamente essere obiettiva, lucida, sobria, deve rinunciare alle suggestioni oracolari della commozione, accetta di accompagnare il silenzio della neve e finisce per essere ambientata in uffici scabri, che non suscitano meraviglia, non sanno di design e non danno spazio all'azione spettacolare. Perché la giustizia può soddisfare la fame interiore, non ha bisogno della carta da pacchi.
Questo è quello che si percepisce guardando questo film. Un caos calmo che lascia il tempo di riconoscere il proprio mondo e identificarvicisi, sostiene il fenomeno intanto che suscita il dubbio, sensibilizza riguardo al fatto di cronaca, ma soprattutto sottolinea la necessità di un giornalismo essenziale, professionistico, circostanziato e sostenuto dai fatti e dalle prove tangibili. Qualcosa che va al di là del pettegolezzo sensazionale o dello slogan che attira like su Facebook o su Twitter. Nel "Caso Spotlight" si riconosce l'essenzialità del diritto all'informazione, senza giudizi o condanne, affinché la gente possa conoscere e capire e non rinunci a scegliere. Il tutto condito dai più coccolanti cliché del cinema hollywoodiano: primi piani caratterizzanti, personaggi sagomati nei loro più teneri ed emozionanti attributi, ruoli che interpretano maschere come simulacri dall'intenso valore simbolico. Ma la determinazione e il coraggio di guardare la verità negli occhi costituiscono il binario principale ed in questa certezza che riposa la meraviglia.




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